giovedì 12 ottobre 2017

DÍA 2: VIVERE A COLORI 🌈

Buenos días chicos (Non voglio fare la splendida, sono solo le poche cose che ho imparato in Spagna).
Il sole è già alto in cielo, e già dalle 8 di questa mattina si percepisce che sarà una giornata piuttosto calda. Dopo la colazione, fatta nel bar accanto all'hotel, prendiamo il bus 24 per visitare finalmente Park Güell.
È abbastanza distante da noi, ma una volta arrivati incontriamo di nuovo il ragazzo carino e gentile volenteroso di parlare l'italiano. Appena ci vede urla come un matto "Ciaoooooo" con un sorriso che non vi dico nemmeno. Ci giriamo, pensando non fosse rivolto a noi, lui agita la mano pensando che forse così avremmo capito. Infatti capiamo e cominciamo a porgli le 400 domande giornaliere.
Dopo averci indicato l'entrata andiamo alla scoperta della fantastica opera disegnata da Antonio Gaudí, massimo esponente del modernismo catalano.
Ci sono colori ovunque, e l'architettura è qualcosa di meravigliosamente impressionante. Il parco è abbastanza pieno e anche fare le foto diventa un'impresa epica. Mentre le scatto mi ritrovo una mandria che mi fissa della serie "Attendiamo che tu te ne vada il prima possibile", ma visto che mi osservate così non me ne vado finché non mi guarderete meglio. Dunque continuo a scattare (influencer levatevi).
Dopo quasi un'ora e mezza all'interno ci rechiamo sulla "terrazza" panoramica, qui scopro però di non poter fare la foto del secolo poiché metà dell'area è in ristrutturazione (avevate qualche dubbio ?) e dunque devo accontentarmi degli angoli. Faccio il meglio che posso e ve ne do un assaggio qui sotto.



Cerchiamo di uscire ( sì, cerchiamo perché dove c'è scritto exit in realtà "non se puede" ) e riprendiamo il pullman (assisto anche ad un tentato furto ad un povero turista tedesco, con relativi insulti al borseggiatore).
Abbiamo un certo languorino allo stomaco e quale miglior momento dunque per recarsi al Mercat de La Boquería. Lì dentro ci passerei le mie giornate. Banchetti di frutta, frullati, che invadono di colori la struttura. Profumo di cioccolato e cibo di vario genere. 


Ma del pesce ne parliamo? Appena arrivato sul banco, crudo, fritto, alla griglia. Di tutto e di più.
Riempito lo stomaco decidiamo di vedere quanto dista il porto. Ci accorgiamo di averlo proprio a due passi e qui passiamo il nostro pomeriggio. Si stava così bene che le ore sono passate quasi senza rendercene conto.

Ce ne stavamo per andare quando Barcellona ha deciso di regalarci un tramonto da urlo. Così siamo rimasti ancora per una buona ora perché io GIUSTAMENTE dovevo fare un altro book fotografico.

 
Cena a base di paella e sangria (ormai best friend proprio) e ci godiamo ancora le strade spagnole per qualche ora.
L'ultimo giorno ci attende, ma il volo è in serata e dunque abbiamo ancora tantissime cose da visitare.


XOXO GOSSIP GIRL.

No scherzo. A domani, per il racconto della fine di questo viaggio 😘

N.



mercoledì 11 ottobre 2017

DÍA 1: UNA VITA A PIEDI 🇪🇸



Perdonate l'attesa, ma aspettavo di avere abbastanza disavventure da raccontarvi. 
Partenza da casa ore 3:00 (vi dico solo che il volo era alle 6:35), ma la puntualità è di famiglia. Ci piace così tanto arrivare ore prima.
Direzione --> Barcellona. 

Sono sempre stata scettica sulla Spagna, mi ha sempre affascinato poco, ma da due settimane il mio pensiero si è completamente ribaltato. 
Prima la splendida Valencia con le mie amiche ed ora la maestosa Barcellona con la mia famiglia. 

Dopo aver passato i controlli di routine saliamo sull'aereo e tutti esaltati attendiamo lo scoccare delle 6.35 . Peccato che pochi minuti prima, la voce poco chiara dell'hostess ci annuncia un possibile ritardo di mezz'ora, causa sciopero delle compagnie francesi. Non mi sono arrabbiata più di tanto perché tanto ormai lo sapete, io e Parigi siamo una cosa sola. Però non è possibile essere sempre al passo con il mai 'na gioia. 
Gioia che però arriva alle 6.40, quando l'aereo è decollato spiazzandoci tutti.
Atterraggio puntualissimo all'aeroporto El-Prat, e qui iniziano i problemi. 
Cartellonistica a me poco chiara, 50 uscite e incertezza sul prendere la metro o il pullman. 
Partiamo dal presupposto che il trasporto a Barcellona è carissimo. È di gran lunga più conveniente acquistare un carnet da dieci corse, piuttosto che singoli biglietti. Inoltre anche le fermate sono ubicate in maniera piuttosto confusionaria. Sarà che vi sto parlando di una città già caotica di suo, sarà che è il primo giorno e dunque mi ci devo abituare, però che ffffatica. 
Non ci facciamo scoraggiare e dopo aver effettuato il check-in in hotel partiamo alla scoperta della città. 
Soggiorniamo sulla Rambla, a pochi metri da Plaça de Catalunya. Siamo circondati da negozi, bistrot e piccoli angoli per rifocillarsi. Non manca proprio nulla.
Chiediamo qualche informazione alla reception dell'hotel e decidiamo di dedicare la nostra giornata alla visita dei luoghi più distanti.


1^ tappa: Sagrada Família. Appena usciti dalla metro l'impressione é stata la stessa di quella provata trovandosi davanti per la prima volta la Tour Eiffel. Faccio davvero fatica a descrivervelo a parole, perché é un'emozione che va vissuta. 
I miei occhi facevano fatica a inquadrare l'intera struttura.



Decido di scattare una polaroid (amiche ce l'ho fatta, vi ho pensato intensamente) che finalmente ha deciso di collaborare dopo una settimana di sciopero a Valencia. 
Da qui comincia la nostra disavventura direzione Park Güell ( molto, ma molto simile a quella del Popey Village --> smemorini vi indirizzo ai post precedenti), la nostra seconda tappa della giornata. 
Il nostro obbiettivo era prendere il bus n* 92, semplice no? 
Ecco. Veramente no. Abbiamo camminato un'ora a piedi alla ricerca della fermata. Imploravo i passanti a donarmi informazioni, ma nessuno parlava italiano. Penserete: beh esiste l'inglese, ciccia. Ecco, no. Mi sono affidata pure alla Regina, e sapete cosa ho ottenuto? Una pacca sulla spalla da un nonnino tanto carino che non comprendeva nemmeno quello. Della serie "Tesoro continua pure a perderti". 
Amareggiata, mi affido alla mia ultima speranza (D. ti ho pensata): un autista di passaggio, il quale gentilmente ci dice che eravamo da tutt'altra parte. Ottimo.
Insomma dopo infiniti cambi saliamo sul 92. Un individuo con una normale vita potrebbe pensare "per oggi le disgrazie sono finite". Esatto, pensa. 


Arrivati a Park Güell, un ragazzo sempre tanto carino si sforza di parlare in italiano per spiegarmi che la parte monumentale era già al completo fino alle 18. Ragazzi erano le 13.30. 
Da qui comincia il dibattito familiare. Restiamo? Andiamo? Facciamo un po' di jogging? Ci guardiamo? 
Mia sorella dormiva già in piedi, mamma insegnava l'italiano al ragazzo e papà ci guardava in attesa di una risposta. 
Optiamo per prenotare i biglietti per il giorno seguente, alle ore 12 (vi aspetto nel post di domani dunque). 


Riprendiamo il bus, questa volta senza intoppi e ritorniamo sulla Rambla dove facciamo qualche giro per negozi. 
È arrivata l'ora della cena e comincia a farsi sentire anche la stanchezza. Non dormiamo dalle 3. Dato che l'indomani sarà piuttosto intenso, per stasera andiamo a nanna ad un orario contenuto, però non dopo aver ammirato un po' le strade spagnole illuminate al calar del sole. 


Vi aspetto nei post dei prossimi giorni. Un bacione da Barcellona.

N. 

domenica 8 ottobre 2017

Día 5: ''SOUVENIR PUOI CHIAMARLO COSì''

È sempre triste dover iniziare il post dell'ultimo giorno di vacanze, eppure ci tocca. Quindi: ci alziamo di buon ora per sistemare le valigie, tanto che Ramón (il ''simpaticissimo'' proprietario del nostro B&Bike) appena ci vede nella hall ci guarda sbalordito dicendoci ''oh mattiniere, chicas''...
1. non abbiamo intenzione di passare l'ultimo giorno in stanza a far la muffa;
2. non è di certo colpa nostra se per voi esser mattinieri significa far colazione alle 11:00! (ELENCHI PUNTATI: TOP! ANCHE VOI LI FATE QUANDO LITIGATE CON QUALCUNO? 😁).
Vabè, lasciamo comunque le valigie sotto la sua custodia, buttiamo la spazzatura e ricominciamo a percorrere ogni stradina alla ricerca dei souvenirs.


Dovete sapere che in questi giorni abbiamo percorso più strade noi che un valensiano d.o.c., grazie S. per esser stata la nostra Cristofora Colombo.
Prima degli acquisti però, solita colazione da McDonald's (sempre una garanzia per quanto riguarda economicità ed aseos 😂), poi via per negozi. Non ce ne siamo fatte scappare nemmeno uno, anche quelli che all'entrata facevano temere il peggio. A noi piace il rischio.
Ad ogni passo, l'economia gira grazie ad A. che decide di spendere tutto lo stipendio in portachiavi, sotto-pentole, e magliette. Praticamente ormai i nostri souvenirs passano in secondo piano, passiamo il tempo incitando A. ad acquistare di tutto e di più ''sicura che non hai dimenticato nessuno?'', ''ma non devi comprare qualcosa al fratello del nonno del padre del figlio del tuo amico?''.
Sta di fatto che quelle che dovevano essere un paio di ore di shopping si trasformano in una intera giornata d'acquisti.


D. ed N. si lanciano alla ricerca del tipico Jamón Iberico/Serrano da portare a casa (perché non ne hanno mangiato abbastanza durante tutta la vacanza).
Dopo il pranzo continuiamo la maratona, perché comunque qualcuno ce lo siamo dimenticato, ma no problem, ALE-HOP (un po' come Tiger) risolve tutto.
Si avvicinano le 16:00 e le nostre teste sono occupate a pensare a Ramón e a che ora abbia intenzione di restituirci la nostra cauzione, non propriamente economica. Niente, ci vede ben tre volte durante l'arco della giornata, ma fa finta di nulla.
Demoralizzate, ci incamminiamo di nuovo per le vie del centro (i piedi chi li sentiva più?), direzione Starbucks dove S. ed A. improvvisano una merenda molto opinabile (2 tè freddi) cosicché possiamo usufruire del Wi-Fi per scrivere il nostro amato blog.
Altre due ore passano e noi torniamo in hotel e ritirare tutte le nostre cose. Arrivando ci accorgiamo di avere delle patatine e delle bottigliette d'acqua che non possiamo portare in aeroporto e allora, visto che siamo sempre quelle della beneficenza, cediamo tutto a Ramón che finalmente, dopo 5 giorni,riesce a farsela una risata e teneramente/simpaticamente (punti di vista) ci dice che siamo le migliori clienti mai avute, MA CHE MANCHEREBBE IL GUACAMOLE.
Vabbè, facciamo finta di niente per dargli la gioia del giorno e fargli credere d'esser un po' simpatico.
I nostri occhi si illuminano quando vediamo la caparra anche se un quarto se lo tiene per la navetta che ci porterà all'aeroporto.
Di lì a poco arriva un individuo all'apparenza molto a modino: si tratta dell'autista del taxi che carica subito in macchina le nostre valigie. Ramón urla un ''hasta luegooooooooo'' che lo sentono pure a Barcellona, forse è solo felice di vederci andare via. Cosa facciamo noi agli uomini non si sa.
Il conducente del taxi ci scade in tempo record: quando ''sgrida'' D. invitandola a non mangiare in auto altrimenti poi avrebbe dovuto pulire la macchina (ATTENZIONE ELENCO PUNTATO IN ARRIVO):
1. magari con tutta la gente che porti in giro una lavatina alla macchina la darei comunque;
2. non ho mica 2 anni che mi serve la bavaglia per mangiarmi 'na patatina.
Insomma, proprio BFF di Ramón.
Arriviamo in aeroporto ed andiamo ai controlli: A. non suona, ma nella sua valigia trovano un OGGETTO SOSPETTO, quindi le fanno aprire tutto. Non capiscono di cosa si tratti (e non lo abbiamo ancora capito manco noi), ma la liquidano con un ''NO PASA NADA''.
D. buca i calzini in cellofan blu dell'aeroporto ed S. suda sette camicie perché deve trascinare una trolley senza ruote.
Reduci dal ''viaggio mai 'na gioia'' a Malta, decidiamo di metterci in coda al gate più o meno un'ora e mezza prima. Tutti ci guardavano come fossimo sceme, ma poco importa perché il nostro obiettivo è stato raggiunto: VALIGIE SULL'AEREO INSIEME A NOI.
Purtroppo il nostro viaggio finisce qui, con una galleria fotografica straripante nel telefono, le valigie non ne parliamo (vero, A.?), ma soprattutto con un'altra meravigliosa esperienza fatta con le persone giuste.

E qui ritorniamo a parlare in prima persona e ringraziamo A. ed S. per la compagnia di questi giorni e per averci fornito il materiale per scrivere simpaticamente il nostro diario di bordo. 

Nel nostro piccolo abbiamo voluto rendervi partecipi anche di questo viaggio, condividendo con voi la nostra amicizia fatta di disagi (come avete potuto constatare) e anche di tantissima complicità.

Detto questo, continuate a seguire il nostro blog perché N. presto partirà di nuovo... destinazione?
Chi indovina?

A presto
Hoomins

Ps.: ridendo e scherzando il nostro caro Bed&Bike ve lo consigliamo sia per gli appartamenti confortevoli che per la posizione centrale. Fateci un pensierino se dovete andare a visitare la città diValencia 😉.

venerdì 6 ottobre 2017

Día 4: THE BEST OF S.

Sveglia ore 8:30. Colazione da McDonald's per andare sul sicuro (avremmo tanto voluto spiegare a quelli del bar del giorno prima cosa fosse un menù, S. : "Il menù si fa così: non y, o, u e tutte le vocali").
Tappa al mercato per la frutta da portare in spiaggia, mentre D. ed S. affermano di aver fatto le maratone a causa del passo troppo veloce di N. ed A. Lo show di S. continua, la quale esordisce con "Perdoname madre por mi gamba corta".
Giunte in spiaggia ci spaparanziamo al sole e tentiamo una pennichella, ma c'è qualcuno che continua imperterrito a cercare di vendere dei teli mare/foulard/tovaglie da lui soprannominati "Sciarpareo", un mix tra sciarpa e pareo. Parte il degenero sulle varie pronunce e i vari accenti del termine che fa tanto ridere N. piegata in due sulla spiaggia con relative lacrime agli occhi. È giunta l'ora dello spuntino, frutta fresca e frutta secca. N. ci cede i semi di girasole affermando di non apprezzare il guscio. S. le fa gentilmente notare che andrebbero sbucciati prima di essere mangiati, tirando così fuori la Benedetta Parodi che è in lei.


In spiaggia ritroviamo i lumaconi di mare lasciati a Malta un anno fa (per gli smemorini rivedere il diario di bordo dell'esperienza maltese) e D., che ama particolarmente il contatto umano, afferma: "Non ce la facevano proprio a stare separati" ed S. di seguito: "Andate all'oasi" ( i seriatesi capiranno).
É il momento di pranzare con tapas e circa un litro di tinto ciascuno per poi tornare a stenderci. Qui, A. ci fa notare che l'abbronzatura ha lasciato sulla sua ENORME pancia  delle righe che formano un quadrato e così si gira per abbronzarsi la schiena. S., che fa un baffo al premio Nobel 2017 Kazuo Ishiguro, se ne esce con "Ecco, così oltre al quadrato sulla pancia avrai anche i rombi sul culo".
Dopo tutte ste stupidaggini, è giunto il momento di ritornare in hotel e prepararsi per uscire a cena. La saudade dell'Italia ci porta a farci una bella pizza da "Ciao Bella", un ristorantino italiano nel dedalo delle viette del centro storico di Valencia ( Barrio del Carmen).


Per smaltire la cena e digerire il logorroico dietro di noi iniziamo a macinare i chilometri e per poco raggiungiamo Alicante o Barcellona ( a noi la scelta).

Rientriamo e purtroppo sappiamo che ci aspetta la preparazione della valigia. Si va a letto già un po' tristi consapevoli di dover affrontare l'ultimo giorno di questa vacanza.
Domani si va alla ricerca di souvenir e qui ne vedremo  delle belle. Non perdetevele !
¡Hasta mañana!

giovedì 5 ottobre 2017

Día 3: QUATTRO VEDOVE A VALENCIA

Giornata molto tranquilla e senza troppe pagliacciate almeno fino alla cena.
Sveglia con S. che ha "un raggio di sole che le illumina il viso" (questo paramento è da rivedere).
Scegliamo un posto per la colazione. Forse però sarebbe stato meglio evitarla, visto che abbiamo speso 2 ore nel tentativo di far capire alle cameriere quello che volevamo e COME LO VOLEVAMO. Mi spiegate cosa ci faccio con un caffè americano ed un bicchiere di ghiaccio col limone? BAH.
Seconda tappa: la Torres de Serrano. Le scale ci sfiancano, le polaroid non escono, le vertigini ci destabilizzano e... "COMUNQUE NON È A NORMA" CIT. S..
In compenso facciamo un book fotografico intitolato "Le mie prigioni":


Terza tappa, la più significativa: Oceanogràfic.
Acquario sicuramente più caratteristico per le strutture e l'impatto visivo che per le specie animali presenti!
Medusine, squaletti, Nemo e Dory, delfini, qualche volatile, gli amici di A.: i flamingo.
S. saluta ogni singolo pesce dell'acquario ed N. espone la sua teoria: "vedi, il papà è giallo, la mamma è fucsia e lui è nato ciclamino" (CHE COSA CI VUOI FAR?).


Stendiamo un velo molto pietoso sul pranzo, se potete USCITE per mangiare!! Il pollo sembrava un pezzo di compensato e l'insalata era annacquata nella maionese.
Usciamo e ci rechiamo alla Ciutat de les arts i les ciències. Tutto questo sotto i 30 gradi ai quali ormai noi non eravamo più abituate. Dopo qualche foto artistica optiamo per la merenda visto il pranzo poco soddisfacente.
Facciamo un giretto per negozi alla ricerca di souvenirs e successivamente rientriamo in hotel per prepararci alla nostra serata a tema ''TOTAL BLACK''. D. esordisce con un "Sembriamo 4 vedove a Valencia".

Andiamo a cena in un ristorante italiano che vi consigliamo assolutamente: il " San Tommaso". Ordiniamo pappardelle al salmone per S. , Spaghetti alle vongole per N. e spaghetti al nero di seppia per D. ed A., la cameriera ci chiede se vogliamo il formaggio, noi schifate rispondiamo di no, ma N. da brava intenditrice: "tanti CHEF STELLARI (si, come i baci della Marini) mettono il formaggio sulla pasta col pesce. A. trova in fondo al "mar nero" dei gamberi e D. chiede: "ma sono giá nudi?".  Il vino inizia a fare i suoi effetti e partono discorsi religiosi da vere vedove " se non vai a tachismo al giorno d'oggi vieni bannato dalla societá" cit. N.. Conclusione ? Primi piatti ottimi, ma S. ed N. sono morte di fame data la poca quantità di pasta, mentre D. ed A. hanno ingerito pasta che sarebbe bastata all'intera corte di Spagna.
Ordiniamo il dolce (per S. ed N. la luce in fondo al tunnel) , ma D. ed A. non hanno imparato la lezione e si ritrovano davanti un piatto con un'intera piantagione di ananas.
Concludiamo con un VERO CAFFÈ, paghiamo il conto e torniamo ad addentrarci nelle nostre amate viette mentre S. cerca di raccontare le sue disavventure affrontate durante una precedente vacanza, ma nessuno la ascolta (strano, non capita mai). Camminando, camminando arriviamo dall'altra parte della città e non si sa come ci ritroviamo sulla Villa d'Almè - Dalmine. Decidiamo che è giunto il momento di tornare in hotel e a sto giro rinunciamo persino alla nostra cara tisana causa troppo cibo ed alcool in circolo.
DOMANI SPIAGGIA, COME I LEONI MARINI, GUAI A CHI CI SMUOVE DA LÍ.

Hasta  luegooooooo

mercoledì 4 ottobre 2017

Día 2: PAELLA PARA 4


(...) nella notte A. ci fa sapere che lo vuole duro, il cuscino, e quindi D., che è brava a condividere, le cede il suo.
Ci si sveglia e si va dirette da Starbucks per una bella colazione sostanziosa. Successivamente entriamo in 48 farmacie per cercare la crema solare per N.. La trova al primo colpo, spende 15 euro, butta scatola e scontrino per poi scoprire di aver comprato un FONDOTINTA molto adatto alla sua carnagione da "Blancanieves". Sconsolata, si dirige CORRENDO ad un'altra farmacia e spende altri 15 euro per una crema REALMENTE SOLARE. Dopo questa triste parentesi ci siamo dirette alla fermata del bus per raggiungere la tanto sognata spiaggia.


Ci sdraiamo, ascoltiamo un po' di discutibile musica finché D. nota qualcosa di rosa in lontananza " cosa è quella?" "una vulva gigante, vulvasaur".
Andiamo a pranzare su consiglio di nostri colleghi alla Pepica. Una bella paella alla marinara arriva dopo circa un'ora, ma possiamo affermare che ne sia valsa l'attesa! Mentre D. ed S. sono in bagno ed A. mangia caramelle, S. si cimenta nel chiedere il conto: "scusa, la cuenta, thank you". UNA SERENA POLIGLOTTA.


Torniamo a la Playa de la Malvarrosa con un vento che nemmeno a Trieste, e le allupate D. ed N. scorgono dei fantastici esemplari di MANZI ITALIANI 100% che però fuggono dopo pochi secondi. LE GIOIE LE LASCIAMO A CASA (seh magari).
Torniamo verso l'Hotel ed al nostro Carrefour di fiducia scoprendo che in realtà lo abbiamo a 4 passi.
Doccia e cena da 100 Montaditos. S. legge la guida di Valencia, ma nessuno la ascolta, si indispettisce e alla fine (grazie a Dio) ci rinuncia. Cosi ci dirigiamo verso Plaza de la Virgen, D:" ci starebbe un selfie con la fontana illuminata", tempo zero la fontana si spegne TOTALMENTE. Proseguendo incrociamo alcuni praticanti della Cannabis, nuova religione valensiana, in cui vediamo "banchetti" con piccole sculture a forma di simpatici funghi, S.: "sicuramente sono allucinogeni, vedi dove siamo?".
OK, andiamo a comprare alcuni souvenirs e poi ci aspetta la tisana di rito.
S. esordisce dicendo " la mia sveglia è il suono delle campane di Mariano", N.: "chi è Mariano?"

-.-

Possiamo considerare concluso il secondo giorno, ma "DOMANI FIGARO CI SONO I FISHI" (cit. S.), traduzione: DOMANI SI VA ALL' OCEANOGRÁFIC.
Restate sintonizzati!

martedì 3 ottobre 2017

Día 1: PATATAS BRAVAS

Il  grande giorno è arrivato: partenza  per Valencia ore... troppo presto. Il viaggio è stato allietato da gente piuttosto rumorosa ( "ragazzini di soli 25 anni" che probabilmente prendevano l'aereo per la prima volta.).
Giunti a drestinazione con la nuova collezione autunno-inverno scopriamo che ci sono ben 27 gradi, cielo limpido, 8 soli e noi ovviamente in TOTAL BLACK.


Ci siamo recate al punto info (L.Where are you?) per le prime indicazione su come raggiungere il nostro B&Bike e veniamo scambiate per veronesi, che Damellis levatevi proprio.
A. non capisce e noi la rassicuriamo "guarda che sta parlando in italiano".
Non contenta... Si aggiudica il secondo "appunto sul blog" rimanendo bloccata nel tornello della metro: valigia di là ed A. di qua.
Senza indicazioni ce ne andiamo alla ricerca di una mappa della città, ma che, MAI NA GIOIA, l'ufficio del turismo non ha.
Magicamente appare un buon uomo che " TÓMALO" ci cede la sua.
Tranquilli, ci pensa D. a perderla dopo 10 minuti.
Dopo vari scervellamenti riusciamo ad arrivare in centro. Ci perdiamo un po' con google maps che ci fa girare in tondo, ma poi troviamo il nostro socio Ramon che fa lo splendido: "hablamos en espanol, así haceis practica?"
"Vale"
"OK ci vediamo alle 4"

-.-


Abbandoniamo le valigie ed optiamo per tapas e sangria che ci fa perdere ben presto lucidità cosi N. esordisce con "mi stava per partire la patata (brava)", S. ride e biascica cose random e D.  fa ig stories con gli occhiali da sole (perché?).
Altro giro in città e poi ritorno in hotel. DRAMA: la valigia di S. non ha più le ruote, A. si impanica perché la finestra non ha la tapparella e minaccia di dormire sotto il cuscino. Poi però si ingegna e crea una fantastica muraglia di cuscini che bloccherà sí la luce, ma pure un qualsiasi spiffero d'aria. A.: " oh c'è buio" S.:" per forza hai fatto un paramento da morto". OOOOOOOK

Usciamo, svaligiamo Tiger per avere provviste sempre a disposizone e ceniamo.
Decidiamo già che domani "tutti al mare a mostrar le chiappe chiare" e sicuramente paella!

A domaniiiiiiiiii
P.s.: A. è rimasta con noi fino alla fine!!!!!!!!