mercoledì 11 ottobre 2017

DÍA 1: UNA VITA A PIEDI 🇪🇸



Perdonate l'attesa, ma aspettavo di avere abbastanza disavventure da raccontarvi. 
Partenza da casa ore 3:00 (vi dico solo che il volo era alle 6:35), ma la puntualità è di famiglia. Ci piace così tanto arrivare ore prima.
Direzione --> Barcellona. 

Sono sempre stata scettica sulla Spagna, mi ha sempre affascinato poco, ma da due settimane il mio pensiero si è completamente ribaltato. 
Prima la splendida Valencia con le mie amiche ed ora la maestosa Barcellona con la mia famiglia. 

Dopo aver passato i controlli di routine saliamo sull'aereo e tutti esaltati attendiamo lo scoccare delle 6.35 . Peccato che pochi minuti prima, la voce poco chiara dell'hostess ci annuncia un possibile ritardo di mezz'ora, causa sciopero delle compagnie francesi. Non mi sono arrabbiata più di tanto perché tanto ormai lo sapete, io e Parigi siamo una cosa sola. Però non è possibile essere sempre al passo con il mai 'na gioia. 
Gioia che però arriva alle 6.40, quando l'aereo è decollato spiazzandoci tutti.
Atterraggio puntualissimo all'aeroporto El-Prat, e qui iniziano i problemi. 
Cartellonistica a me poco chiara, 50 uscite e incertezza sul prendere la metro o il pullman. 
Partiamo dal presupposto che il trasporto a Barcellona è carissimo. È di gran lunga più conveniente acquistare un carnet da dieci corse, piuttosto che singoli biglietti. Inoltre anche le fermate sono ubicate in maniera piuttosto confusionaria. Sarà che vi sto parlando di una città già caotica di suo, sarà che è il primo giorno e dunque mi ci devo abituare, però che ffffatica. 
Non ci facciamo scoraggiare e dopo aver effettuato il check-in in hotel partiamo alla scoperta della città. 
Soggiorniamo sulla Rambla, a pochi metri da Plaça de Catalunya. Siamo circondati da negozi, bistrot e piccoli angoli per rifocillarsi. Non manca proprio nulla.
Chiediamo qualche informazione alla reception dell'hotel e decidiamo di dedicare la nostra giornata alla visita dei luoghi più distanti.


1^ tappa: Sagrada Família. Appena usciti dalla metro l'impressione é stata la stessa di quella provata trovandosi davanti per la prima volta la Tour Eiffel. Faccio davvero fatica a descrivervelo a parole, perché é un'emozione che va vissuta. 
I miei occhi facevano fatica a inquadrare l'intera struttura.



Decido di scattare una polaroid (amiche ce l'ho fatta, vi ho pensato intensamente) che finalmente ha deciso di collaborare dopo una settimana di sciopero a Valencia. 
Da qui comincia la nostra disavventura direzione Park Güell ( molto, ma molto simile a quella del Popey Village --> smemorini vi indirizzo ai post precedenti), la nostra seconda tappa della giornata. 
Il nostro obbiettivo era prendere il bus n* 92, semplice no? 
Ecco. Veramente no. Abbiamo camminato un'ora a piedi alla ricerca della fermata. Imploravo i passanti a donarmi informazioni, ma nessuno parlava italiano. Penserete: beh esiste l'inglese, ciccia. Ecco, no. Mi sono affidata pure alla Regina, e sapete cosa ho ottenuto? Una pacca sulla spalla da un nonnino tanto carino che non comprendeva nemmeno quello. Della serie "Tesoro continua pure a perderti". 
Amareggiata, mi affido alla mia ultima speranza (D. ti ho pensata): un autista di passaggio, il quale gentilmente ci dice che eravamo da tutt'altra parte. Ottimo.
Insomma dopo infiniti cambi saliamo sul 92. Un individuo con una normale vita potrebbe pensare "per oggi le disgrazie sono finite". Esatto, pensa. 


Arrivati a Park Güell, un ragazzo sempre tanto carino si sforza di parlare in italiano per spiegarmi che la parte monumentale era già al completo fino alle 18. Ragazzi erano le 13.30. 
Da qui comincia il dibattito familiare. Restiamo? Andiamo? Facciamo un po' di jogging? Ci guardiamo? 
Mia sorella dormiva già in piedi, mamma insegnava l'italiano al ragazzo e papà ci guardava in attesa di una risposta. 
Optiamo per prenotare i biglietti per il giorno seguente, alle ore 12 (vi aspetto nel post di domani dunque). 


Riprendiamo il bus, questa volta senza intoppi e ritorniamo sulla Rambla dove facciamo qualche giro per negozi. 
È arrivata l'ora della cena e comincia a farsi sentire anche la stanchezza. Non dormiamo dalle 3. Dato che l'indomani sarà piuttosto intenso, per stasera andiamo a nanna ad un orario contenuto, però non dopo aver ammirato un po' le strade spagnole illuminate al calar del sole. 


Vi aspetto nei post dei prossimi giorni. Un bacione da Barcellona.

N. 

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